Mercoledì a pranzo di pioggia, giornata triste e improduttiva. A Fidenza per oggi non ho più niente da fare; vado finalmente a curiosare in questo famoso locale a Busseto, nel cuore delle Terre Verdiane. L'ambiente è molto suggestivo, piccolo (ca. 35 coperti) ma molto accogliente. Bottiglie e conserve stipano i muri intorno ai piccoli tavoli, travi in legno scure e vetuste offrono un appiglio per salami e culatelli e naturalmente la musica del Maestro in sottofondo. In fondo alla sala ecco il banco dei salumi e delle salse, dove un ragazzo si sta adoperando all'affettatrice. Una biondina spigliata e affabile mi fa accomodare nel tavolino già apparecchiato con carta paglia bicchiere e scodella (il vino qui si beve ancora così) e mi chiede se va bene il misto...mi piace farmi guidare e così acconsento. Per primo arrivano ciccioli sottili e croccanti, una pagnotta di eccellente pane all'olio e una fantastica focaccia alta tre dita. Tra le tante salse disposte nella vetrina del bancone a me toccano una giardiniera classica, una simile ma leggermente piccante e una strana salsa verde con sentore di cetriolo (buona ma non vi indugio, vista la presenza del cucurbitaceo che non amo). Arrivano i salumi in bella vista su due fogli di carta da macellaio: sono circa 2 etti divisi tra culatello (giovane ma squisito), salame di felino, cacciatorino, coppa di zibello, pancetta, spalla cotta e prosciutto crudo (peccato fosse all'inizio del taglio, tradiva un po' il sentore di "bestia"..). Poi 4 sostanziosi cubetti di Parmigiano Reggiano e pecorino dolce. Spazzolo tutto con gran gusto anche perchè, come detto, il pane è squisito non meno dei salumi. Alla fine evito con fatica la tentazione del dolce (ci sono crostate dall'aspetto molto casalingo e classica spongata) e tra i tanti liquori di Nocino, Bargnolino (con prugnelle selvatiche), fragoline di bosco e liquirizia opto per uno Zabaiò all'uovo, tanto denso e freddo da sembrare un gelato alcolico. Perfetto, anche perchè mi fa passare subito il dispiacere di aver saltato la crostata. Come faccio sempre, azzardo un possibile conto e calcolo circa € 17. Ma ne hanno chiesti 11! Dopo i complimenti doverosi per cotanta qualità/prezzo finisco con caffè al Centrale, che si affaccia sulla piazza che accoglie il Teatro Verdi. Mentre inizio una beata digestione penso che il paesino è davvero molto bello e accogliente, con una perla storica della ristorazione parmigiana. Andateci!!
Ma sul più bello, ecco il primo ruttino giusto in faccia al Sommo Maestro della Lirica che mi guarda severo dal suo scranno di bronzo. Si sarà offeso?!
Imperdibile!!!
[damiani]
12/11/2008