Ogni tanto riesco a partecipare alla cena mensile fra colleghi, ex colleghi ed amici degli amici, quasi a farlo apposta si ritorna dal mastrocasaro Rossi, locale che ci fu consigliato una ventina d’anni fa e che, da solo o in compagnia, frequento di tanto in tanto.
Stasera siamo in otto (perché manca lancillotto diceva una vecchia pubblicità) ed appena arrivati la sorpresa di un aperitivo per festeggiare il 20° anniversario dell’apertura dell’agriturismo con tanto di sorteggio di un week end.
Quattro chiacchiere con i sempre affabili gestori e ci si mette a tavola ordinando tris di primi e ……. ma andiamo con ordine.
pappardelle al ragù di daino, al dente, doga alta, larghe come si conviene a questo tipo di pasta, ragù delicatissimo, in bianco, partenza ottima. (per la cronaca il daino è di allevamento, e Rossi ha proprio evidenziato, "il nostro daino").
Medaglioni ripieni di salsiccia e formaggio, pasta ripiena tonda e di colore rosso dato dalla rapa, ripieno dove la salsiccia la fa da padrona ed il formaggio non riesce a lenire più di tanto, un unico appunto, la cottura è fin troppo al dente.
Risotto alle rane, in bianco, sapore unico, delicatissimo, una vera sorpresa per me che dico sempre che la rana sa di pantano, con una macinata di pepe si raggiunge l’optimum.
E mentre accompagniamo il tutto con lambrusco mantovano alla spina (che lega con la cena ed anche in bocca) e qualche bottiglia d’ acqua frizzante e non, ordiniamo un assortimento di secondi.
Fritto misto di mare, solo totani, calamari e gamberetti, solita frittura leggera, solite porzioni abbondantissime.
Un paio di grigliate di carne, luganega, salsiccia, costine, braciole, proprio per gradire, ed abbiamo gradito.
Ed arriva anche quello che, per alcuni, è stato il re della serata, pesce gatto fritto, allevato nel laghetto che sorge proprio dietro al locale, della serie “pescato & fritto”.
Disamina: il pesce gatto non ha molte spine ma ha anche poca carne, ma quella poca è delicatissima, e poi il fritto è sempre un’ottima morte ed una delizia al palato; un po’ “brigoso” da mangiare, ma con pazienza ci si salta fuori.
Delle verdure a buffet abbiamo approfittato solo in parte, fagioli e cipolla, patate al forno, rape rosse, verdure grigliate, pomodori ripieni ecc.
Breve pausa e si riparte, alcuni sorbetti, alcuni tiramisù e la Torta Elvezia, che ho scoperto essere un tipico dolce mantovano, arrivato in zona assieme al pasticcere svizzero Samson Putscher, è un dolce costituito da tre dischi rotondi di pasta di mandorle, zucchero e albumi montati fatti cuocere nel forno e farcito con due strati di zabaione e cioccolato, diciamo una bomba da tutti i punti di vista.
E per finire in bellezza l’ormai famosissimo “caffè della casa”, di cui ho ampiamente parlato in una precedente recensione e che si conferma essere qualcosa di “insuperabile”.
Serata piacevole, ambiente famigliare, serata con poca affluenza, da qui si esce sempre soddisfatti.
Riguardo al conto finale non ho ben capito se qualcuno ha offerto le bevande o se è stato praticato uno sconto “amicizia & fedeltà”, in ogni caso siamo rimasti soddisfatti anche di questo.
Consigliatissimo!!
[d.d.]
23/05/2015