Dopo fiumi di e-mails per individuare la serata più indicata, l'orario adeguato e la location migliore, ecco che si materializza la proposta del sottoscritto come quella che si avvicina di più ai requisiti richiesti. D'altra parte una cena con gli ex-reduci del liceo almeno ogni due anni occorre organizzarla. Mi spiace per i "non partecipanti": chi ha declinato per tempo l'invito con un'improbabile giustificazione che a scuola avrebbe fruttato un "voto 2, impreparato" adducendo un improrogabile impegno, e chi aveva assicurato, forse credendo di essere in campagna elettorale (e non carpigiana!), che ci avrebbe raggiunti direttamente al ristorante al termine di una riunione, casualmente (???) spuntata ad appuntamento già fissato e dopo aver dato completa disponibilità al ritrovo (ma su questo punto tornerò in seguito). Ebbene, si sono persi una recensione da 5 cappelli !
Alle 21.00 in tre varchiamo l'ingresso dell'Agriturismo Rosso di Sera e veniamo accolti col sorriso dal gestore e da sua figlia. Si scusano immediatamente per il fatto che il riscaldamento non è acceso, perché attendono per l'indomani il collaudo del tecnico, ma è un dettaglio del tutto trascurabile, dato che la serata e la temperatura dell'ambiente non richiedono il riscaldamento, anche se discettiamo piacevolmente con la ragazza su stufe a legna ed a pellets. In effetti una bella stufa completerebbe l'arredamento semplice della sala apparentemente ristruttura di recente: il tetto a due spioventi in legno color miele a vista, così come i serramenti, il pavimento con mattonelle di grandi dimensioni, bianche ed abbellite da un mosaico, lampadari classici che pendono dal soffitto, un frigo con le bevande, che forse stona un po', un tavolone a destra dell'ingresso con soprammobili che riscaldano l'ambiente, che comunque trasmette un'accoglienza rustica, ordine e pulizia.
Ci fanno scegliere il tavolo dove accomodarci, fra i circa 35-40 posti apparecchiati con essenzialità, con tovaglia a quadretti, tovagliolo di carta, forchetta e coltello, un calice solo.
A nostra volta avvisiamo che siamo in attesa del quarto commensale, che ci aveva garantito la sua presenza per le 21:00 e che attendiamo sia per l'antipasto sia per l'ordine.
Per il vino invece, viste le idee difformi, optiamo per un grasparossa della Cantina di S.Croce, benché la zona è l'Ingegnere suggeriscano un salamino, mentre io mi lascio sedurre da un rosé fatto in casa, che si rivelerà una scelta azzeccatissima.
Durante la degustazione dell'antipasto per tre, propostoci di essere integrato all'arrivo ¼ mancante, decidiamo appunto di telefonare al ¼ mancante, che con un SMS ci lascia intendere di essere ancora “in riunione”. Questo ci toglie finalmente le ultime flebili remore di ordinare, riconoscendo una giustificazione da “sembra che il ragazzo s'impegni, ma … voto 2, non ha neanche aperto il libro”.
Dopo la lubrificazione con il grasparossa che funge da aperitivo, arriva l'antipasto su tagliere di legno: tre borlenghini morbidi e delicati ed una tigellona grande quasi come una pizza, che dividiamo in tre, ricoperta da salame, pomodoro fresco a fette, funghi, rucola, e melanzane al formaggio … mi pare. A detta di tutti squisita, anche se non so se ho centrato tutti gli ingredienti. Ci viene offerto il bis, ma decidiamo di andare sui primi con l'obiettivo di arrivare fino al termine della cena.
E veniamo alle scelte.
Per l'Ingegnere tortelloni verdi burro e salvia, che portati in abbondanza assaggiamo e troviamo teneri, equilibrati, cotti a puntino. Scivolano giù senza sforzo alcuno.
Per l'Avvocato ed il sottoscritto tagliatelle con prataioli e salsiccia. A mio avviso si tratta di pappardelle, apparentemente tagliate con la rotellina dentata, larghe almeno 3 centimetri, abbastanza spesse, con la pasta ruvida che ingloba mirabilmente il condimento di cui si apprezzano, senza coprirsi ma emergendo in tutta la loro magnificenza, i sapori di funghi e salsiccia … Semplicemente divine … Voto: 10 + .
Anche sugli altri tavoli, occupati da una famiglia, due ragazzi, alcune coppie, una accompagnata da un cane, vediamo che le tagliatelle sono gettonatissime.
Il rosé casalingo intanto comincia a cambiare dimora … dalla bottiglia, al mio bicchiere, a … alla fine non ne rimarrà neppure una goccia. Occorre ringraziare sentitamente l'Avvocato che, ricoprendo anche la mansione dell'autista, ha permesso di poter godere in toto e senza autocensure di questo ameno nettare d' uva.
Arriva il secondo con gli appropriati luogotenenti.
Un piattone davvero bello ed abbondante di affettati: salame, prosciutto, lonzino, pancetta coppata e “qualcosa” di rosa molto chiaro che non sono riuscito ad assaggiare. Ho un piccolo rimpianto, perché immagino che il salume che mi è sfuggito fosse almeno allo stesso livello degli altri, che mi hanno soddisfatto in pieno. Tuttavia non ne ho sentito la mancanza, dato il gradimento per gli altri degni compari di gnocco e
Una vassoio comprendente un tris di contorni: patate al forno belle croccanti, carotine tenerissime tagliate alla julienne e condite con una salsina che non sono riuscito a decriptare, dadini di melanzane al formaggio (credo), come quelle sulla tigellona dell'antipasto. Non è rimasto nulla.
Un tris di farcitura per tigelle: pesto classico con lardo e rosmarino, una marmellatina fatta in casa per la quale purtroppo non ho trovato posto, ed una cremina di cioccolato bianco. Nonostante io sia un estimatore del cioccolato fondente, devo ammettere che è stata una piacevolissima e deliziosa scoperta: consistenza piuttosto densa e sapore davvero seducente. Ovviamente c'era anche il parmigiano, grattugiato di fresco e sottile.
Un piatto di formaggi: stracchino e gorgonzola, che non ho testato, ed altri pezzetti di referenze che sono spariti silenziosamente senza avere il mio parere, forse perché ero concentrato sui salumi.
“Il” gnocco fritto, gonfio, per niente unto e le tigelle, belle piene e morbide, ben cotte con l'esterno croccante il giusto, nella doppia versione normali e verdi, con l'aggiunta di ortiche all'impasto. Voto: 10 +.
Non posso rifiutare un bis di tigelle verdi, per pura golosità, per tentare di terminare almeno i salumi, ma mi faccio nuovamente irretire dal cioccolato bianco. Ne chiedo solo tre di numero, perché so già che faticherò assai a trovar loro un posticino. L'Avvocato e l'Ingegnere declinano, perché sono arrivati a livello. Tre chieste e tre arrivate: pratica affettati evasa.
Alla proposta dell'assaggio di dolci, serviti a profusione su un vassoio corredato da una coreografica lampada a fibre ottiche, siamo costretti, a malincuore, a rifiutare. Sarà dura anche così alzarsi da tavola.
Il cordialissimo oste/cameriere ci recapita tre bicchierini su un vassoietto e tre bottiglie caserecce, accompagnando il tutto con un “così bevete quello preferite”: grappa, limoncino e nocino. Fra una chiacchiera e l'altra, ormai rimasti soli nella sala, assistendo alla silenziosa dipartita degli altri ospiti, che portavano con loro le bottiglie ritappate con il vino avanzato, ci scappa il bis anche di liquorini, con in mezzo il caffè, buono anche questo.
La bottiglia di plastica d' acqua naturale non merita menzione, perché pressoché trascurata.
Il sorriso e la premurosa gentilezza, mai invadente, di padre e figlia ci hanno assistito caldi e discreti per tutta la cena, anche quando a mezzanotte passata, ci siamo alzati quasi scusandoci per il nostro prolungato permanere nel locale e per il bidone del ¼ mancante, comunicatoci ufficialmente alle 23:00. L'affabile risposta è stata: “rimanete pure, tanto noi abbiamo le nostre cose da sistemare di là”.
La stretta di mano finale ha concluso una serata in cui ci si è sentiti come a casa, non accorgendoci della presenza degli altri avventori.
Il conto finale è stato di 25,00 € a testa, che suppongo sarebbe stato tale anche se avessimo centrato l'obiettivo di giungere fino ai dolci.
Imperdibile … anche se qualcuno se l'è perso ... Ma ci si potrà rifare ...
Imperdibile!!!
[carolingio]
21/10/2012
Però, ostreghèta, che classe del piffero! solo in tre?
Non ti rammaricare, comunque... tutto il mondo è paese... l'anno prossimo per il quarantesimo dell'esame di maturità organizzerò la solita nostra cena di classe, che facciamo ogni tre quattro anni, e già un paio mi hanno chiesto (vent'anni fa) addirittura di non essere invitati... perchè ce l'hanno ancora con "quell'altro" che li prendeva in giro e non vogliono aver rapporti con lui... gente da quasi sessant'anni, che non riesce a perdonare dopo che è passato un po' di tempo... ... o gente che nemmeno ti risponde...
fa niente... si mangia e si brinda anche alla loro salute...