Pranzo coi parenti per festeggiare un paio di compleanni.
Mio Zio mi dice che andiamo all'Agriturismo San.Polo...
Non leggo apposta le recensioni sul sito, voglio arrivare senza aspettative.
Alla mezza arriviamo, siamo in nove.
Il locale è all'interno di un borgo, con case ristrutturate ed altre no.
Pochi i posti all'interno, tutti in veranda.
Tavoli larghi e sedie robuste.
Subito notiamo i piatti scompagnati e le posate miste, mica tutte dello stesso servizio.
Idem i bicchieri, mio nonno ne chiede uno diverso, perchè troppo piccolo, lo cambiano al volo con uno del tavolo vicino.
Si apre con Tortelloni alla pancetta.
Molto buoni, la ricotta del ripieno è fresca e il condimento leggero. Visto che son buoni finiscono subito.
Ne chiediamo altri, in dialetto, "ghin sreven eter duu?", che vuol dire "ce ne sarebbero altri due?" ma che significa "se ce ne sono ancora ne prendiamo".
Invece traducono alla lettera, ne portano 13 di numero.
Cmq ci bastano.
Poi arrivano le tigelle, e non solo quelle.
Due taglieri (con vassoio di metallo) per i salumi.
Un tagliere che pesa come la mia auto con una salame, un pezzo di ciccioli e un tarlocco di Parmiggiano Reggiano.
Poi ciotoline con marmellata, miele, ricotta, passata di pomodoro, cipolline all'aceto, battuto di lardo.
Pinzimonio.
La tavola è imbandita e ci diamo dentro.
Ogni tanto passa il ragazzo con le tigelle nuove, e bollenti, e rifornisce i cestini.
Le tigelle son buone, senza mollica interna, croccanti (forse un pò troppo, mi si sbriciolano in mano più d'una).
I salumi ottimi, finalmente del prosciutto che sa cosa significa essere stagionato.
Il salame al tagliere viene abbattuto senza tregua.
Dopo due ore di smascellate arriviamo alla fine.
Abbiamo accompagnato il tutto con 5 bottiglie di vino, 3 di Lambro loro e due di bianco (trebbiolotto !?) sempre loro.
Come dolci sono quelli tipici nostrani, con crostata e bensone (o simile, con lo zucchero sopra), da tocciare nel vino.
Do tre cappelli e non di più perchè qualcosa è mancato.
Il cibo molto buono e abbondante.
Ma le tigelle le preferisco un pelo più morbide, così mi si sbriciolano davvero in mano. E il primo poteva essere un pelo più abbondante.
Giusto per cercare il pelo nell'uovo.
Ci stanno anche le battute, le cantate e le barzellette del padrone di casa. Fanno molto rustico.
Ecco, l'impressione generale è di un pranzo che si sarebbe fatto a casa, con lo stesso clima, la stessa abbondanza e varietà nel cibo.
Il conto è presto fatto.
26 a testa più 6 euro per bottiglia.
260 euro il totale.
Siamo prossimi ai 30 a testa.
Il servizio è stato sufficente, nulla di eccezionale, anche se il cameriere sembrava un pò assente. Carino col cappello di paglia da contadino.
Ci devo tornare, con gli amici, un giovedì.
Perchè? ma perchè da Ottobre a Marzo fanno la "Maialata".
Polenta a gogò con tutti i piatti immaginabili che si possono fare con un maiale. A self service.
Aspettiamo però un periodo più fresco, cotiche, polenta e zampetti... aspettateci.
Alla prossima.
Consigliato!