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Risotto speedy light

Scritta il: Difficolta: Principiante Tempo: 30' Dosi per: 4

Ingredienti

Olio extravergine d’oliva

2 dadi vegetali

350gr di riso carnaroli

1 bustina di zafferano

100gr di parmigiano padano

80gr di philadelphia light

una quindicina di fili di erba cipollina fresca

Procedimento


2 pentole.


 


In una pentola mettere 1 litro abbondante di acqua calda e 2 dadi vegetali (o, se avete un pò di tempo, anzichè i due dadi, è sufficiente che facciate lessare nell’acqua per una ventina di minuti due carote sbucciate, un pomodoro maturo tagliato in due a cui avrete precedentemente rimosso i semi, un pezzo di sedano, 1/4 di cipolla, una rametto di prezzemolo, mezza patata pelata, due cucchiaini di sale grosso e un filo di olio extravergine di oliva...)


 


Nell’altra pentola versare un pò d’olio extravergine d’oliva e l’erba cipollina tritata finemente.


Scaldare a fuoco basso e prima che soffrigga aggiungere i 350 gr di riso e spegnere la fiamma.


Mescolare.


 


Quando l’acqua nella pentola sta per bollire abbassare la fiamma sotto questa e riaccenderla sotto il riso.


 


Aggiungere al riso tre mestoli di brodo bollente e mescolare.


 


Mescolare spesso e aggiungere altro brodo ogni volta che il composto vi sembrerà troppo asciutto.


 


Dopo 10 minuti mettere in un bicchiere un mestolo di brodo e sciogliere al suo interno la bustina di zafferano.


 


Quando riterrete il riso sufficientemente cotto aggiungere i 100 gr di parmigiano reggiano e gli 80gr di philadelphia light.


 


 


Non sarà gustoso come un risotto alla milanese classico, ma:


non abbiamo soffritto la cipolla in 100grammi di burro, nè abbiamo aggiunto altri 25-50g burro in fase conclusiva,


non abbiamo aggiunto il bicchiere di vino bianco,


abbiamo limitato l’utilizzo del grana padano che, per quanto sano, è comunque piuttosto calorico, sostituendolo con un pò di philadelphia light che ci è comunque servito a dare al risotto quella cremosità che senza l’utilizzo del burro non avremmo ottenuto.


 


E poi, cari puristi del risotto alla milanese, evitate di storcere il naso, perchè il risotto alla milanese non dovrebbe chiamarsi neppure così.


 


Perchè?


 


Incollo la storia:


“Il risotto alla "navellese", divenne alla "milanese" sul finire del quattrocento, in occasione di un pranzo di nozze. Il futuro sposo, uno dei mastri vetrai della fabbrica del Duomo di Milano, era alle prese con la difficoltà della scelta del menù. Uno di primi piatti doveva essere un risotto, ma la discussione si arenava sul condimento: con i funghi sembrava troppo povero, con la carne troppo banale. Si fece avanti un operaio abruzzese che suggerì il "risotto alla navellese", con lo zafferano appunto, ci fu un attimo di silenzio, poi il mastro chiese al giovane spiegazioni più precise. Il ragazzo rispose: "A Navelli (AQ), dove sono nato, le donne preparano un risotto con formaggio e zafferano ed è assai buono!". Tutti si misero a ridere! Il mastro invece, raccolse il suggerimento del ragazzo ed il pranzo si rivelò un successo.”


 


Poi aggiungerei anche che in Italia le uniche colture significative di zafferano si trovano in Abruzzo, nelle Marche e in Sardegna, e alcune, inferiori, in Umbria e Toscana... E Milano dov’è??


 


Buon appetito!